Collocata a nord-ovest del centro di Fagagna, l'oasi è stata designata SIC (sito di interessa comunitario) nel 2013, ZSC (zona speciale di conservazione) nel 2019 e ZPS (zona di protezione speciale) con delibera della Giunta Regionale 109 del febbraio 2024. La zona, un tempo paludosa, deve il suo nome alle pozze originate artificialmente dall’escavazione dell’argilla e si estende su una superficie di 100 ettari. Caratterizzata da un complesso mosaico di ambienti naturali, vi si possono osservare piante sommerse, piante galleggianti e brandelli di bosco idrofilo con salici, ontano nero e farnie.
Qui è stata insediata una stazione sperimentale per la reintroduzione della cicogna bianca e ospita una colonia di ibis eremita. Attualmente l’oasi accoglie un’ottantina di cicogne bianche e vi nascono 20/40 piccoli all’anno. L’ibis eremita è un animale della stessa famiglia delle cicogne ed è a forte rischio di estinzione pur essendo una specie protetta da anni; a Fagagna la colonia oggi conta circa 150 individui. All’Oasi sono anche presenti (unici in Italia) alcuni esemplari di cavalli konik, diretti antenati dei tarpan, cavalli selvatici euroasiatici ormai estinti.
Curiosità: l'Ibis Eremita
L'Ibis eremita fu uno dei primi animali a diventare una specie protetta: fu infatti l'arcivescovo di Salisburgo, nel 1504, a emanare un decreto che vietava a chiunque, tranne ai nobili, di uccidere questi uccelli. Questo decreto non fu tuttavia molto efficace, poiché lIbis Eremita si estinse presto in Austria, così come nel resto d'Europa. Attualmente l'Ibis Eremita è scomparso dalla maggior parte dei suoi habitat originari, e ora allo stato brado rimangono solo poche colonie isolate in Marocco e Siria, con pochissimi esemplari.